La 13a revisione delle quote del Fondo Monetario Internazionale ha generato un forte dibattito sulla necessità di modificare la governance nel FMI. Sono oramai anni che la società civile internazionale denuncia l’enorme potere che il FMI detiene sui governi dei Paesi in via di sviluppo, e le gravi deficienze interne all’organizzazione in termini di democrazia, trasparenza, accountability, legittimità e efficacia. Solo una riforma delle strutture di potere e dell’accountability dell’istituzione potrebbe colmare questo deficit di democrazia.
Nonostante gli Stati Uniti siano il maggiore azionista del Fondo, i governi europei hanno il potenziale per spingere questa riforma necessaria, e dovrebbero agire pro-attivamente per proporre i passi necessari a ridare voce a coloro che troppo a lungo non hanno potuto esprimersi sulla governance del sistema economico globale.
Le organizzazioni firmatarie chiedono ai rispettivi governi europei di presentare una proposta congiunta per una riforma fondamentale del FMI, che includa almeno i seguenti punti:
1) Porre fine all’ineguaglianza tra poteri decisionali
Il board esecutivo e il board dei governatori del FMI non danno a tutti i Paesi la stessa possibilità di essere rappresentati. L’assegnazione del numero dei voti è basata sul sistema “un dollaro un voto”, che quindi antepone la ricchezza alla democrazia. I paesi più ricchi controllano il board esecutivo sia in termini di seggi che di voti, nonostante il Fondo sia quasi completamente impegnato in Paesi a basso e medio reddito. Questo sistema, creato durante il periodo coloniale e controllato dai governi dei Paesi sviluppati, è inadeguato e necessita di essere radicalmente modificato.
Chiediamo una struttura realmente democratica, che abbia gli stessi standard di democrazia richiesti a livello nazionale. Per raggiungere questo obiettivo, chiediamo l’adozione immediata di un sistema di voto a doppia maggioranza. Le decisioni dei board dovrebbero essere prese solo con il consenso della maggioranza dei governi membri e con la maggioranza dei voti a favore. Il sistema “un Paese, un voto” contro-bilancerebbe il sistema “un dollaro, un voto”. La combinazione dell’attuale sistema di voto con la richiesta di un accordo della maggioranza dei governi membri contribuirebbe a superare l’ineguaglianza che caratterizza il meccanismo decisionale del FMI.
2) Rivedere il sistema di designazione dei direttori
Il direttore generale e il vice direttore generale del FMI hanno un ruolo fondamentale nel definire la politica dell’istituzione. La pratica secondo la quale i Paesi europei nominano il direttore generale del FMI e gli Stati Uniti nominano quello della Banca Mondiale e il vice-direttore del FMI è inaccettabile.
Chiediamo l’introduzione di un processo di selezione delle figure a capo delle organizzazioni multilatrali che sia democratico e trasparente. Tale processo dovrebbe includere in maniera uguale tutti i Paesi membri e i più importanti gruppi di interesse, e dovrebbe scegliere tra i candidati secondo criteri di merito, non di nazionalità. Dovrebbe essere incoraggiata la “diversità geografica” nelle posizioni più alte. La riforma richiesta sarebbe significativa solo se accompagnata dal superamento dell’attuale ineguaglianza nel sistema decisionale, in modo che tutti i governi membri possano partecipare effettivamente al processo di selezione.
3) Rendere trasparenti gli organismi decisionali
Non ci sono stati grandi passi in avanti nel rendere più trasparente il board del FMI. Visto che le decisioni prese dal FMI hanno un impatto diretto sulle popolazioni dell’intero pianeta, crediamo che tutti i cittadini abbiano il diritto di essere informati sulle posizioni prese dai propri rappresentanti nelle strutture decisionali che governano il FMI.
Chiediamo la pubblicazione delle trascrizioni degli incontri del board del FMI, in modo che tutti i cittadini possano sapere chi prende quale posizione, come primo passo verso l’attesa diffusione di tutte le informazioni, come richiesto nella Global Transparency Initiative. Le eccezioni a questo principio dovrebbero essere il più ristrette possibile, e giustificate dalla descrizione del danno che una diffusione di specifiche informazioni potrebbe arrecare. Chiediamo inoltre che i membri del board esprimano la propria posizione sulle tutte le decisioni con votazioni formali invece che attraverso indicazioni informali, e che i risultati di tali votazioni vengano resi pubblici. Tale passo è necessariamente complementare a qualunque riforma perchè il FMI e i governi membri ne debbano rispondere ai propri cittadini.
Un passo in avanti
E’ tempo che i governi europei facciano un passo in avanti, in maniera coordinata, proponendo una riforma complessiva del FMI. I governi dei paesi sviluppati devono sacrificare alcune delle loro poltrone nel board del FMI, e il loro sproporzionato potere decisionale. Queste richieste sono solamente una minima parte di quanto dovrebbe essere incluso in una proposta complessiva per una radicale riforma nella governance del FMI. Misure aggiuntive volte a colmare il deficit di democrazia delle istituzioni internazionali dovrebbero includere:
- Un aumento dei voti assegnati a ciascun Paese in quanto membro delle istituzioni;
- Una riduzione del numero dei seggi europei nei board;
- L’introduzione di meccanismi democratici per verificare l’operato dei direttori esecutivi;
- Garantire che i sistemi di governance della Banca Mondiale non siano definiti dal FMI;
- La creazione di formule separate per determinare il peso, l’accesso alle risorse e i contributi finanziari al FMI.
Solo creando democrazia e trasparenza nella governance della finanza globale ci potranno essere le condizioni per una governance onesta ed efficace dell’economia globale.
Firme
Austria
- Koordinierungsstelle der Österreichischen Bischofskonferenz für internationale Entwicklung und Mission (KOO) [Co-ordination Office of the Austrian Episcopal Conference for International Development and Mission]
- Arbeitsgemeinschaft Entwicklungszusammenarbeit (AGEZ)
Belgium
- Le Centre National de Cooperation au Development (CNCD-11.11.11)
- Coalition of the Flemish North South Movement(11.11.11)
- Comité pour l’Annulation de la Dette du Tiers Monde (CADTM Belgium)
Denmark
- Danish Association for International Co-operation (MS)
European Region
- European Network on Debt and Development (Eurodad)
- ActionAid European Offices (Brussels) – including United Kingdom, Italy, Ireland, Greece, Sweden
- CEE Bankwatch Network – covering Bulgaria, Czech Republic, Estonia, Georgia, Hungary, Lithuania, Macedonia, Poland, Romania, Slovak Republic, Ukraine
- Oxfam International – including offices in Great Britain, Ireland, Belgium, the Netherlands, Germany and Spain
- Coopération Internationale pour le Développement et la Solidarité (CIDSE) – a global alliance of Catholic development agencies with European members in Belgium, the UK, France, the Netherlands, Switzerland, Austria, Spain, Germany, Scotland, Ireland, Italy and Luxembourg
Finland
- Service Centre for Development Cooperation (KEPA)
France
- Agir ici
- Les Amis de la Terre (Friends of the Earth)
- Comite catholique contre la faim et pour le developpement (CCFD)
- Initiatives Pour un Autre Monde (IPAM / AITEC)
- L’Association Survie
Germany
- World Economy, Ecology and Development (WEED)
- Misereor
- Evangelischer Entwicklungsdienst e.V. (EED) [The Church Development Service]
Ireland
Italy
- Campagna per la Riforma della Banca Mondiale (CBRM)
- Centro Internazionale Crocevia
- Associazione Medici per l’Ambiente (ISDE Italia)
- Campagna Sbilanciamoci!
- Istituto Cooperazione Economica Internazionale (ICEI)
- Coordinamento delle Organizzazioni non governative per la Cooperazione Internazionale allo Sviluppo (COCIS)
- Gruppo Umana Solidarietà (GUS)
The Netherlands
Norway
Spain
- Observatorio de la Deuda en la Globalización
- Coordinadora Un Altre Món És Possible de Sabadell
- Comerç Jusr Molins de Rei
- Secretariado del Foro Mundial de Redes de la Sociedad Civil (UBUNTU)
- Campaña Mundial para una Profunda Reforma del Sistema de Instituciones Internacionales
- Sin duda, sin deuda: nuestro compromise con los Objetivos del Milenio nos lo exige
- Manos Unidas
Switzerland
Sweden
United Kingdom
- Bretton Woods Project
- Jubilee Debt Campaign
- Christian Aid
- World Vision UK
- new economics foundation (nef)
- One World Trust
- Catholic Agency for Overseas Development (CAFOD)
Per sottoscrivere il documento, inviate il vostro nome, organizzazione, ruolo ricoperto a: egerebizza@crbm.org